Per costruire questa “signorina” ho dovuto partire da sopra, scendendo verso il basso, scalino dopo scalino. Doveva essere sospesa, ancorata alle pareti e al soffitto tramite tubi che sarebbero serviti anche da parapetto e da passaggio per i fili della corrente per l’illuminazione.
Oltretutto non è nemmeno diritta…sale sinuosamente verso destra, con mossa da ammaliatrice
Mi ha sicuramente dato filo da torcere, ma alla fine eccola, aggiunta al carnet delle mie conquiste!
Sembra un controsenso tuttavia molto spesso non c’è niente di più moderno di un manufatto “vecchio”, soprattutto quando le linee sono semplici ed essenziali…l’effetto vintage è spettacolare e ben si sposa con gli altri materiali di questa location di montagna: legno e pietra
In questo caso è stata scelta la classica barra piena forata attraverso cui far passare tubi orizzontali, quattro per il pianerottolo e solamente due per la rampa della scala, alla ricerca di leggerezza ed eleganza
Il passamano viene fatto finire a terra, come a contenere gli elementi orizzontali
Per questa piccola scala ripida un unico elemento risulta essere più che sufficiente e fa veramente pensare alla casa della nostra nonna, calda ed accogliente e con quel pizzico di mistero e di avventura
C’è o non c’è…? É talmente leggero che sfugge alla vista, lasciando la scena a sua maestà il legno
Siamo così abitutati a vederle fatte di legno o materiali simili che a pochi viene in mente di realizzarle in ferro e vi assicuro che, soprattutto dove è previsto largo uso del vetro, la scelta è davvero indovinata!
Esatto, anche al ferro piace questo compito e lo fa molto bene!
E qui non si parla solo di scaffalature ma di una parete attrezzata, completa di cassettoni, scrivania e porte scorrevoli automatiche, che si aprono e chiudono tramite fotocellule.
Il bancone è completamente rivestito in lamiera. Il ferro è volutamente lasciato grezzo, solamente oliato.
Vi assicuro che l’effetto è molto “caldo”…
Lo potete constatare personalmente recandovi alle Cantine Endrizzi di S. Michele a/A (Tn) splendida location per eventi e matrimoni, per visite guidate ai locali storici e piacevoli degustazioni, sia all’aperto che all’interno.
Il soppalco è uno spazio aperto su un altro spazio ed aperto deve restare. Ecco che la ringhiera deve essere quasi inesistente, minimale, leggera.
Anche il colore gioca un ruolo importante ed il bianco ben si sposa con le pareti e con il legno degli scalini e del tetto a vista
Bellissimo il particolare della partenza della scala, costituito da 3 grandi cubi in legno, e la chiusura, tramite una lamiera di tutta grandezza, della parte inferiore. Bravo Daniel, designer di grande sensibilità!
Ecco, il titolo di questo articolo dice tutto…in questo caso la scala è in resina, il cosciale sagomato tagliato a laser è in ferro e serve a sostenere il parapetto in cristallo
In questo caso invece gli scalini sono in legno. Il colore bianco del cosciale è in comune alla realizzazione precedente e, direi, fondamentale.
Mai e poi mai ci verrebbe da pensare al bianco collegato allo stile industrial, eppure se si vuole ottenere leggerezza vi assicuro che non c’è niente di meglio..
Il cliente aveva un budget ridotto per la realizzazione della scala interna, nasce così l’idea di accostare una tipologia di materiale decisamente grezza e poco “elegante”, la lamiera bugnata, al colore principe dell’arredamento: IL BIANCO
L’inserimento di almeno due scalini in legno richiama il concetto di CASA
Il risultato è piacevole e originale al tempo stesso
Quando questo fantastico abbinamento viene chiamato in causa per la realizzazione di un giroscale interno di tre piani, le scale viene proprio voglia di farle a piedi!
Il lavoro è stato lungo, ben pianificato e realizzato con la collaborazione di una falegnameria che, chiaramente, si è occupata della parte in legno.
La struttura in ferro viene prodotta in officina e poi trasportata in cantiere per essere posata.
Con un po’ di pazienza, vengono inseriti anche gli scalini
Qui si vede molto bene il particolare della lamiera inserita nel gradino
Il risultato finale è meraviglioso, come la location che lo ospita! Un plauso ai proprietari del B & B Apartments Casa Ester per aver commissionato un’opera di grande design ed effetto!
A volte capita che il ciabattino trovi il tempo per risuolare le proprie scarpe o quelle della sua famiglia…
Da un po’ Danilo pensava di inserire il ferro negli arredi, quelli “importanti” come una cucina.
Secondo voi, potevo lasciarmi sfuggire questa succulenta occasione?
Innanzitutto il piano di lavoro doveva essere grande! Avevo scelto il travertino come pietra, perchè si sposava bene al rovere delle ante, ma Luca ha insistito affinché scegliessi la Dolomia, una delle cui poche cave al mondo è nella nostra Regione.
E lo devo ringraziare per avere insistito: è veramente bellissima!
Il grigio sfumato e maculato di questa pietra si sposa in maniera eccellente con il nero del ferro, colore che viene riportato anche nelle venature stuccate del legno
E vi assicuro che la superficie di quasi 4 metri quadri del bancone non appesantisce minimamente la visione d’insieme.
Non vi dico la comodità di fare gli impasti qui sopra! Non si attacca nulla…
Il legno di rovere la fa da padrone per quanto riguarda le ante delle colonne, tre delle quali (due sotto i forni e una che nasconde la lavastoviglie) sono poi state rivestite di lamiera per dare movimento.
Quello che salta subito all’occhio è il mobile a giorno, interamente realizzato in ferro, con antine in lamiera traforata e ripiani in legno, che dona tantissima leggerezza alla parete attrezzata
Nella parte inferiore trova posto un cassettone con ruote pensato per contenere la legna della stufa: comodissimo!
E sopra alla piastra i condimenti sono a portata di mano grazie al pensile, anch’esso in ferro con ripiani in legno.
Dall’altra parte del bancone trovano posto 4 sgabelli in ferro con sedute in rovere e un angolo a giorno pensato apposta per gli elettrodomestici che se non si hanno sotto mano non si usano…
Il risultato finale è uno spettacolo! Vi assicuro che ogni giorno, quando vedo la mia cucina, non posso che dire: che meraviglia!
Ringrazio il mio fabbro del cuore per essere riuscito a trovare il tempo da dedicare ad un progetto che mi frullava in testa da un po’: